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L’imposta di registro: cos’è, chi la paga e calcolo

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Se stai cambiando casa è probabile tu abbia già sentito parlare dell’imposta di registro. Si tratta di una tassa che è necessario pagare in alcuni casi di compravendita o di affitto di un’abitazione (sia per prime che per seconde case).

Prima di entrare nei dettagli, vediamo l’imposta di registro in breve:

  • L’imposta di registro va pagata per la trascrizione di un atto in un registro pubblico (salvo alcune eccezioni);
  • Il suo valore cambia a seconda dell’oggetto dell’atto, ovvero se stai acquistando una casa o hai un contratto di affitto;
  • Stai cambiando casa? Puoi attivare luce e gas in pochi clic con Switcho: scopri le migliori offerte luce e gas e attiva la tua preferita online in pochi clic. Alla burocrazia del cambio casa pensiamo noi 😉
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Indice:

Cos’è l’imposta di registro?

L’imposta di registro (o tassa di registro) è un tributo che, in genere, va pagato ogni volta che un atto viene trascritto in un registro pubblico – salvo alcune eccezioni.

La registrazione di un atto è necessaria per tenere traccia di particolari documenti, così da conferire loro certezza giuridica: questa procedura contribuisce a rendere trasparenti le transazioni e a garantire che diritti e proprietà siano adeguatamente protetti.

Quando parliamo di imposta di registro, è importante distinguere tra beni mobili (come le automobili) e beni immobili (come le abitazioni e i terreni): la natura dei beni oggetto di questi atti può influenzare l’applicazione dell’imposta, determinando termini e modalità di pagamento.

In questo articolo, ci focalizzeremo sull’imposta di registro dei beni immobili, quindi sull’acquisto di prime e seconde case e sui contratti di locazione (cioè, di affitto).

Quando va pagata l’imposta di registro?

Come abbiamo detto, l’imposta di registro va pagata quando si registra un atto. In genere, bisogna registrare:

  • Gli atti formati per iscritto nel territorio dello Stato;
  • Gli atti formati all’estero che comportano il trasferimento di proprietà o la costituzione e il trasferimento di altri diritti reali, anche di garanzia, su beni immobili o aziende esistenti in Italia, nonché quelli che hanno per oggetto la locazione o l’affitto degli stessi;
  • I contratti verbali di locazione o affitto di beni immobili esistenti in Italia (e relative cessioni, risoluzioni e proroghe, anche tacite);
  • I contratti di trasferimento e affitto di aziende esistenti nel territorio dello Stato e di costituzione o trasferimento di diritti reali di godimento sulle stesse (e relative cessioni, risoluzioni e proroghe, anche tacite).

📝 In alcuni di questi casi, l’imposta di registro sostituisce del tutto l’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto).

Esistono, tuttavia, alcuni atti esenti dal pagamento di questa imposta. Puoi trovare l’elenco completo nella tabella allegata al Dpr n. 131/1986 (Testo Unico dell’imposta di registro), scorrendo la colonna di sinistra fino alla scritta “Allegati”.

Alcuni documenti esenti dal pagamento dell’imposta sono:

  • Quelli per l’applicazione, la riduzione, la liquidazione, la riscossione, la rateazione e il rimborso di imposte e tasse;
  • Quelli per la formazione del catasto dei terreni e dei fabbricati;
  • I contratti di lavoro subordinati;
  • Quelli che riguardano i veicoli iscritti nel Pubblico Registro Automobilistico.

Quanto costa l’imposta di registro? Ecco come calcolarla

Il valore dell’imposta di registro varia a seconda dell’oggetto dell’atto.

In alcuni casi viene applicata una quota fissa (se è applicata anche l’IVA), ma la maggior parte delle volte è applicata in misura percentuale.

L’imposta di registro per i beni immobili viene quasi sempre applicata se parliamo di acquisto della prima casa, della seconda casa o di un contratto di locazione (cioè, di affitto).

Vediamo queste casistiche nel dettaglio 👇

Imposta di registro per l’acquisto della prima casa: come calcolarla

L’acquisto della prima casa prevede alcune agevolazioni molto interessanti per l’imposta di registro.

Infatti, se acquisti la prima casa:

  • Da un privato (o da un’azienda che vende in esenzione IVA): l’imposta di registro è pari al 2% (minimo 1000 euro), scontata dal 9%, del valore catastale dell’immobile; dovrai anche pagare le imposte ipotecaria e catastale che sono fissate a 50 euro ciascuna;
  • Da un’impresa con vendita soggetta a IVA: le imposte di registro, ipotecaria e catastale sono pari a 200 euro ognuna, ma dovrai anche versare l’IVA al 4% (scontata dal 10%).

🏡 Se vuoi sapere quanto dovrai pagare di imposta di registro per la prima casa, dovrai calcolare il 2% del suo valore catastale. Se, però, acquisti da un’impresa che applica l’IVA, dovrai versare l’IVA al 4% e un’imposta di registro fissa di 200 euro.

L’imposta di registro per la seconda casa

Se non godi delle agevolazioni sull’acquisto della prima casa, le imposte da pagare saranno sensibilmente più elevate:

  • Acquisto da un privato (o azienda che vende in esenzione IVA): l’imposta di registro è pari al 9% (minimo 1000 euro) del valore catastale e dovrai versare anche le imposte ipotecaria e catastale, ognuna pari a 50 euro;
  • Acquisto da un’impresa con vendita soggetta a IVA: dovrai pagare l’IVA al 10% e le imposte di registro, ipotecaria e catastale (200 euro ciascuna).

🏘️ Se vuoi acquistare una seconda casa dovrai versare un’imposta di registro del 9% (per un minimo di 1000 euro). Se la vendita è soggetta all’IVA, però, dovrai versare l’IVA al 10% e pagare un’imposta di registro fissa di 200 euro.

Imposta di registro per il contratto di locazione: quanto vale?

Il valore dell’imposta di registro per i contratti di locazione varia in base al tipo di contratto stipulato.

CONTRATTO DI LOCAZIONE ORDINARIO

L’imposta di registro è pari al 2% del canone annuo. Per i contratti agevolati o a canone concordato si tiene in considerazione solamente il 70% del canone annuo.

Oltre all’imposta di registro, il locatore è anche tenuto a pagare l’imposta di bollo, il cui valore cambia a seconda del numero di righe, di pagine e di copie del contratto (minimo 32 euro).

💡 Molto spesso le spese di registrazione del contratto vengono divise a metà tra locatore e inquilini. Puoi trovare tutte le specifiche all’interno del tuo contratto di locazione.

CONTRATTO DI LOCAZIONE CON CEDOLARE SECCA

La cedolare secca, pari al 21% (o al 10% se il canone è concordato), sostituisce del tutto le imposte di registro e di bollo. Si tratta di un’imposta unica che, in alcuni casi, potrebbe essere più vantaggiosa per il locatore. La cedolare secca sarà pagata interamente dal proprietario dell’abitazione.

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Scadenze dell’imposta di registro: entro quando va pagata

Le scadenze per il pagamento dell’imposta di registro variano a seconda del tipo di atto da trascrivere:

  • In caso di acquisto di un immobile, l’imposta va pagata al momento di registrazione dell’atto;
  • In caso di contratto di locazione, l’imposta va pagata entro 30 giorni dalla stipula del contratto o dalla scadenza della precedente annualità.

Come pagare l’imposta di registro

In caso di acquisto di un immobile, le imposte di registro, ipotecaria e catastale sono solitamente pagate presso uno studio notarile (contestualmente al rogito) o un ufficio dell’Agenzia delle Entrate al momento della registrazione dell’atto.

Se, invece, hai un contratto di locazione puoi scegliere di pagare l’imposta di registro:

  • In un’unica soluzione: in questo caso, pagherai il 2% del canone annuo moltiplicato per le annualità previste dal contratto; puoi richiedere il rimborso per le annualità successive in caso di interruzione del contratto;
  • Di anno in anno: in questo caso, l’imposta di registro vale il 2% del canone annuo ed è necessario pagare regolarmente le annualità successive; l’importo della prima annualità non può essere inferiore a 67 euro.

In alcuni casi è anche prevista la riduzione del 30% dell’imponibile: cioè, il 2% sarà calcolato solamente sul 70% del canone annuo. Questo può avvenire, ad esempio, nei comuni ad alta tensione abitativa, ovvero quei comuni che presentano una diffusione molto importante degli affitti a breve termine (come Olbia, Firenze, Milano, Roma, Reggio Calabria, Treviso, Trapani, Venezia, ecc.).

Se hai un contratto di locazione e devi pagare l’imposta di registro per il primo anno o per le annualità successive puoi scegliere di farlo:

  1. Tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate (software RLI o RLI-web) con la richiesta di addebito diretto sul conto corrente;
  2. Con il modello F24 Elementi identificativi (F24 Elide, codice tributo 1501).

❗ Nel calcolo dell’imposta di registro da versare si deve tener conto anche di eventuali adeguamenti del canone di locazione indicati nel contratto (ad esempio, l’adeguamento ISTAT).

Cosa fare dopo aver pagato la tassa di registro

Se hai pagato l’imposta di registro e hai affittato o acquistato la tua nuova casa, puoi organizzare il trasloco nella tua nuova abitazione.

Prima di trasferirti, però, è necessario che le utenze di luce e gas siano attive e intestate a te, così da evitare problemi con il vecchio inquilino.

A seconda del tuo caso specifico, esistono diverse procedure che puoi richiedere:

  • Voltura luce e voltura gas: serve a cambiare intestatario di un contratto già attivo con lo stesso fornitore; in genere, il fornitore sceglie di cambiare l’offerta in questo caso;
  • Subentro: serve a riattivare un contatore dopo che la fornitura luce o gas è stata disattivata dal precedente inquilino;
  • Attivazione luce e attivazione gas: è necessario fare l’attivazione quando ti trasferisci in un immobile che non è mai stato abitato prima e i contatori sono già allacciati alla rete;
  • Allaccio: serve a connettere il contatore alla rete del distributore locale se non è già stato fatto dal costruttore o dalla ditta.

Puoi richiedere queste procedure:

  • Contattando il fornitore luce e gas per gestire tutto in autonomia;
  • Con Switcho: fai tutto online, gratuitamente, senza call center e pensiamo noi a tutta la burocrazia del cambio casa 😉
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Inoltre, ti ricordiamo che dopo aver traslocato dovrai anche cambiare residenza. Qui sotto trovi le guide per le principali città italiane:

Mancato pagamento dell’imposta di registro: le sanzioni previste

Per il mancato pagamento dell’imposta di registro sono previste delle sanzioni, anche molto importanti. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha previsto diversi sconti che dipendono dal periodo trascorso dalla scadenza del pagamento.

Vediamo a quanto ammontano le sanzioni:

RITARDOSANZIONE PREVISTA
Fino a 15 giorni0,1% dell’imposta dovuta per ogni giorno di ritardo
16-30 giorni1,5% dell’imposta dovuta
31-90 giorni (1-3 mesi)1/9 del minimo di sanzione
91-365 giorni (3 mesi-1 anno)1/8 del minimo di sanzione
366-730 giorni (1 anno-2 anni)1/7 del minimo di sanzione
Oltre i 730 giorni (2 anni)1/6 del minimo di sanzione

💡 Se vuoi approfondire l’argomento, puoi controllare la sezione Ravvedimento del sito dell’Agenzia delle Entrate.

Fonti

Redi Vyshka

Redi Vyshka

COO e co-fondatore di Switcho, esperto nei campi della consulenza manageriale e della finanza aziendale, Redi ha contribuito nel 2019 alla progettazione e al lancio del primo servizio in Italia che, con pochi clic, consente di analizzare le proprie spese di casa e di trovare le opportunità personalizzate di risparmio, dimenticandosi la burocrazia. Dalla nascita di Switcho, Redi prende parte a numerosi eventi su startup e settore energetico, grazie alla sua competenza pluriennale nel mercato delle forniture di gas e luce e nelle soluzioni per ridurre i costi in bolletta. Leggi tutti i suoi articoli e seguilo su LinkedIn.
Aggiornato il 25 Luglio 2023
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