Il diritto di abitazione è un diritto reale che consente a una persona di abitare in una casa di proprietà altrui, limitatamente ai bisogni propri e della propria famiglia. Cosa sapere, in breve:
- Il diritto di abitazione è regolato dall’articolo 1022 del Codice Civile;
- Diritto di abitazione e usufrutto possono sembrare simili per alcuni aspetti, ma presentano importanti differenze;
- È importante informarsi sulle norme che regolano il diritto abitativo del coniuge superstite. Alla morte del titolare del diritto, infatti, il coniuge superstite acquisisce il diritto di abitazione, ma a determinate condizioni.
Stai cambiando o ereditando una casa? Gestisci le utenze con Switcho: bastano pochi clic per attivare alcune tra le migliori offerte di luce, gas e internet (ed è gratis 😎)
Indice
- Cos’è il diritto di abitazione e caratteristiche
- Cancellazione del diritto di abitazione: quando avviene
- Diritto abitativo del coniuge superstite
- Diritto di abitazione: chi paga l’IMU
- Qual è la differenza tra diritto di abitazione e usufrutto
Cos’è il diritto di abitazione e caratteristiche
Il diritto di abitazione è un diritto reale che consente a un soggetto di vivere in un’abitazione che appartiene a un’altra persona.
A regolare tale diritto è il Codice Civile. In particolare, l’articolo 1022 stabilisce che:
“Chi ha il diritto di abitazione di una casa può abitarla limitatamente ai bisogni suoi e della sua famiglia.”
Ma cosa significa esattamente? Per prima cosa, va detto che il diritto di abitazione riguarda esclusivamente le persone fisiche – le persone giuridiche sono escluse.
Il diritto di abitazione, infatti, è limitato ai bisogni personali dell’individuo e della sua famiglia. Il diritto si estende ai figli (anche quelli nati dopo che il diritto è cominciato a valere, i figli adottivi e riconosciuti) e alle persone che convivono con il titolare per prestare dei servizi alla famiglia.
⚠️ Inoltre, l’abitazione non può essere ceduta, né data in locazione. Ciò significa, quindi, che la casa non può essere utilizzata a scopi commerciali e non può essere utilizzata come ufficio o magazzino.
In più, il titolare di diritto di abitazione ha dei precisi obblighi da rispettare (stabiliti dall’articolo 1025 del Codice Civile):
- Deve sostenere le spese necessarie al mantenimento e alla gestione del bene;
- Deve sostenere le spese di manutenzione ordinaria;
- Deve sostenere il pagamento dei tributi;
- Se occupa solo una parte della casa, deve sostenere le spese in proporzione alla sua quota.
👉 Inoltre, il titolare del diritto di abitazione deve prendersi cura della casa e restituirla nelle stesse condizioni in cui l’ha ricevuta.
Cancellazione del diritto di abitazione: quando avviene
Il diritto di abitazione può decadere in base a determinate situazioni. In particolare, questo può succedere:
- Alla morte del titolare del diritto;
- Tramite rinuncia del titolare del diritto;
- Con la scadenza del contratto (quando previsto);
- Se il titolare del diritto di abitazione diventa proprietario dell’immobile.
Diritto abitativo del coniuge superstite
Il diritto di abitazione si costituisce per contratto, per testamento o per legge in caso di morte del coniuge se l’immobile era la residenza familiare e se soddisfa le condizioni legali stabilite.
Nel caso di morte del titolare del diritto, infatti, lo stesso viene acquisito dal coniuge superstite.
Il legislatore ha creato questa norma per garantire a quest’ultimo di continuare a vivere nella casa dove ha vissuto con il defunto e di usare i mobili che ci sono dentro, per mantenere un ambiente familiare ed evitare che, dopo la morte del coniuge, il coniuge superstite si trovi improvvisamente senza un posto dove vivere.
Va detto, però, che il diritto di abitazione si può concretizzare solo se l’immobile è di proprietà del de cuius (cioè, del defunto) e solo se quest’ultimo non abbia interrotto la convivenza o abbia stabilito la propria residenza da un’altra parte prima della sua morte.
🔎 La Corte di Cassazione ha, inoltre, stabilito che il diritto di abitazione scatta solo se la casa e i mobili sono di proprietà del defunto o se sono in comunione tra il defunto e il coniuge superstite. Se la casa è condivisa anche con una persona esterna, il coniuge superstite non ha diritto di abitarvi.
Diritto di abitazione: chi paga l’IMU
Con il diritto di abitazione, chi dichiara l’immobile? Cioè, in sostanza, chi deve inserire, tra proprietario e titolare del diritto, l’immobile nella dichiarazione dei redditi per il pagamento delle imposte?
In linea generale, il pagamento dell’IMU (l’imposta dovuta da chi possiede un immobile) spetta al proprietario, ma anche a chi ha un altro diritto reale come l’usufrutto o, appunto, il diritto di abitazione.
Va detto, però, che nel caso del diritto abitativo del coniuge superstite, questi ha la possibilità di beneficiare di un’esenzione dal pagamento dell’IMU grazie all’agevolazione “prima casa”. Questo significa che non deve pagare l’IMU per quella casa, a condizione che l’immobile non rientri nelle categorie catastali di lusso (A1/A8/A9).
Anche eventuali eredi non sono tenuti al pagamento dell’IMU.
❗ In caso di decesso, un’altra operazione da fare è la voltura: puoi fare tutto gratuitamente con Switcho, trovando tante ottime offerte luce e gas e senza perdere tempo coi call center.
Qual è la differenza tra diritto di abitazione e usufrutto
Da quanto abbiamo visto, il diritto di abitazione sembra condividere diverse caratteristiche con un altro diritto reale: l’usufrutto.
Anche il diritto di usufrutto, infatti, consente di godere e disporre di un’abitazione altrui. Va detto, però, che ci sono delle differenze significative tra i due diritti reali. Li riassumiamo in questa tabella:
USUFRUTTO | DIRITTO DI ABITAZIONE |
---|---|
Vale per immobili di diversa natura | Vale esclusivamente per la casa |
Possibilità di cedere, affittare o ipotecare il diritto | Impossibilità di cedere, affittare o ipotecare il diritto |
È pignorabile | Non è pignorabile |
Per riassumere, dunque, mentre l’usufrutto permette di usare e trarre reddito da un bene, può riguardare beni mobili e immobili e può essere trasferito, il diritto di abitazione consente solo di abitare in una casa, è strettamente personale e limitato all’uso abitativo e non consente di trarre reddito.