Il teleriscaldamento è un sistema innovativo per riscaldare o raffrescare l’ambiente e produrre acqua calda. In breve:
- Il teleriscaldamento è una soluzione efficiente e sostenibile, capace di ridurre gli sprechi energetici;
- In Italia non è ancora molto diffuso, con differenze sostanziali tra Nord e Sud. Per questo, il PNRR ha stanziato 200 milioni di investimenti per il settore;
- Con il teleriscaldamento, le spese per l’acquisto e la manutenzione della caldaia sono un lontano ricordo. D’altra parte, i costi del teleriscaldamento sono elevati, così come i tempi per ottenere un ritorno sull’investimento.
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Indice
- Cos’è il teleriscaldamento e come funziona in inverno e in estate
- Com’è fatto un impianto di teleriscaldamento
- Possibili fonti di calore in un sistema di teleriscaldamento
- Sistema di distribuzione del calore diretto e indiretto
- Tipologie di reti di teleriscaldamento
- Modalità di allacciamento
- Dove si può attivare il teleriscaldamento in Italia
- Quali sono i costi del teleriscaldamento
- Pro e contro del teleriscaldamento
- Quali sono i fornitori di energia che propongono il teleriscaldamento
Cos’è il teleriscaldamento e come funziona in inverno e in estate
Come abbiamo già accennato, il teleriscaldamento rappresenta una soluzione efficiente, sicura e sostenibile per riscaldare, raffrescare e produrre acqua calda sanitaria.
Con teleriscaldamento si fa riferimento a un sistema di distribuzione del calore che fornisce energia termica attraverso una rete di tubazioni interrate.
L’impianto funziona riscaldando l’acqua in una centrale termica (tramite fonti di energia rinnovabile o fossile) poi distribuendo quest’acqua calda agli utenti tramite rubi.
💡 Gli stessi impianti possono essere utilizzati anche per il raffrescamento in estate – parliamo, in questo caso, di teleraffrescamento.
Com’è fatto un impianto di teleriscaldamento
Un impianto di teleriscaldamento è costituito da tre componenti principali che lavorano insieme per fornire calore agli edifici. Questi elementi sono:
- La centrale termica, responsabile della produzione di calore. Spesso si tratta di un sistema di cogenerazione, il che significa che può generare sia calore che energia elettrica contemporaneamente;
- Una rete di tubazioni, detta rete di trasporto, tramite cui l’acqua riscaldata viene trasferita fino ai consumatori finali, per esempio a case o uffici;
- Un sistema di tubature di ritorno che riporta l’acqua raffreddata alla centrale termica per essere riscaldata di nuovo.
In caso di teleriscaldamento condominiale, questo sistema elimina la necessità di impianti di riscaldamento autonomi all’interno delle abitazioni, con una conseguente riduzione dei costi di installazione e manutenzione.
Possibili fonti di calore in un sistema di teleriscaldamento
Nei sistemi di teleriscaldamento, sono molteplici le fonti di calore che rendono possibile la produzione di energia termica. Queste possono essere:
- Pompe di calore acqua-acqua, che prendono il calore dall’acqua sotterranea e lo trasferiscono all’acqua del sistema di riscaldamento, grazie all’uso di elettricità.
- Sistemi di cogenerazione, che permettono la produzione sia di elettricità che di calore da una sola fonte energetica, come i combustibili fossili.
- Sistemi di recupero del calore residuo proveniente dai processi industriali.
- Fonti rinnovabili come il solare termico o biomasse.
Sistema di distribuzione del calore diretto e indiretto
Il sistema di distribuzione del calore in un impianto di teleriscaldamento può essere di due tipi:
- Nel sistema diretto, c’è un unico circuito idraulico che collega direttamente la centrale di produzione del calore con gli impianti di riscaldamento degli utenti, come termosifoni, radiatori e pannelli radianti. Questo sistema consente una distribuzione immediata del calore, ma può comportare una perdita di efficienza se le tubature non sono ben isolate o se ci sono variazioni significative nella temperatura dell’acqua;
- Nel sistema indiretto vengono utilizzati due circuiti separati. In questo caso, l’acqua calda proveniente dalla centrale di produzione non entra direttamente negli impianti di riscaldamento, ma passa attraverso uno scambiatore di calore.
Tipologie di reti di teleriscaldamento
Le reti di teleriscaldamento non sono tutte uguali. Possiamo, infatti, distinguere tre principali tipologie:
- Rete ramificata, composta da una tubazione principale dalla quale si diramano delle linee secondarie, le quali si collegano direttamente alle utenze;
- Rete ad anello, nella quale il fluido riscaldato parte dalla centrale, raggiunge le utenze e poi torna indietro alla centrale;
- Rete a maglia (quella dai costi di realizzazione più elevati rispetto alle altre due), formata da tubazioni che creano una serie di circuiti chiusi interconnessi.
Modalità di allacciamento
La creazione di una rete di teleriscaldamento è influenzata dalle decisioni di pianificazione territoriale adottate dalle città.
Pertanto, non tutte le aree possono beneficiare di questo tipo di servizio.
Se, però, un edificio si trova nelle vicinanze di una rete di teleriscaldamento, è possibile effettuare l’allaccio sia per le nuove costruzioni che per gli edifici già esistenti.
In questi casi, i fornitori di energia che propongono il servizio si occuperanno di:
- Gestire la richiesta del preventivo;
- Effettuare le verifiche necessarie;
- Acquisire i permessi;
- Occuparsi dei lavori;
- Infine, attivare la fornitura.
Dove si può attivare il teleriscaldamento in Italia
Come già accennato, in Italia il teleriscaldamento non è ampiamente diffuso: differenze sostanziali dividono il Paese.
Le reti di teleriscaldamento sono presenti in diverse città del Nord. Le prime installazioni risalgono agli anni ’70 a Brescia, poi negli anni ’80 le reti di teleriscaldamento sono arrivate anche a Torino, seguita da Milano.
Oggi sono presenti reti anche in diverse Regioni del Nord come Piemonte, Trentino Alto Adige, Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna. Al contrario, al Sud le reti di teleriscaldamento sono assenti.
Quali sono i costi del teleriscaldamento
Il costo del teleriscaldamento varia a seconda di diversi fattori,come:
- La città e la zona in cui si trova l’utente;
- La fonte di energia utilizzata dalla centrale;
- Il tipo di contratto stipulato con il fornitore.
Di solito, il costo complessivo del servizio include una quota fissa che copre i costi di gestione, manutenzione e distribuzione della rete, e una quota variabile che dipende dal consumo effettivo di calore.
In generale, il teleriscaldamento può risultare competitivo rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali, soprattutto nelle aree dove le fonti di energia rinnovabile o la cogenerazione sono ampiamente utilizzate, abbassando i costi.
Da valutare, inoltre, è l’investimento iniziale: l’allacciamento comporta costi elevati, ma su lungo termine si possono riscontrare risparmi, sia in termini economici che ambientali.
❗Attenzione, però, perché per ottenere un ritorno sull’investimento le tempistiche si rivelano piuttosto lunghe (talvolta possono volerci anche 15 anni).
Pro e contro del teleriscaldamento
Diversi sono i vantaggi del teleriscaldamento, tra cui i principali includono:
- La maggiore efficienza energetica, dal momento che sfrutta fonti centralizzate, spesso rinnovabili o cogenerative, con una riduzione degli sprechi rispetto ai sistemi individuali;
- Il minore impatto sull’ambiente, visto che aiuta a ridurre le emissioni di CO2;
- La spinta verso la transizione energetica, poiché come abbiamo visto tra le fonti di calore utilizzate ci sono anche le fonti rinnovabili;
- La maggiore sicurezza se si considera che, non avendo caldaie individuali, si riducono i rischi di incidenti legati a guasti, perdite di gas o malfunzionamenti degli impianti.
Allo stesso tempo, va detto che il teleriscaldamento presenta anche alcuni svantaggi che non possono essere sottovalutati:
- Elevati costi di realizzazione e di manutenzione: a questi vanno poi sommati anche i lunghi tempi per ottenere un ritorno sull’investimento.
- Diffusione non capillare delle reti sul territorio: come abbiamo visto, non in tutta Italia sono diffuse le reti di teleriscaldamento, rendendo il servizio circoscritto, almeno per il momento.
- Scarsa convenienza in zone poco popolate o distanti dalla sorgente: abbiamo visto come questo sistema è ottimale per aree ad alta densità abitativa o per edifici vicini alla centrale di produzione del calore. Diversamente, i costi di installazione e distribuzione aumentano, rendendo difficile ammortizzare l’investimento.
I fornitori di energia che propongono il teleriscaldamento
Ma quali sono i fornitori che propongono il servizio di teleriscaldamento in Italia?
Tra i principali ci sono:
- Iren: la rete di teleriscaldamento del Gruppo Iren serve più di 620.000 abitanti a Torino, Reggio Emilia, Parma, Genova e Piacenza. Il costo di allacciamento richiesto al cliente viene stabilito attraverso un’analisi economica dell’azienda. Per le utenze situate vicino alla rete esistente, che non richiedono estensioni, l’importo dell’allaccio viene fissato in base al volume dell’edificio da riscaldare;
- A2A: Le reti di teleriscaldamento A2A servono città come Brescia, Milano e Bergamo. Il servizio di teleriscaldamento di Bergamo, nato nel 2002, attualmente si sviluppa per oltre 70 km. Quello di Brescia, avviato nel 1972, si sviluppa invece per circa 700 km. Quello di Milano, nato nel 1991, si sviluppa oggi su gran parte del territorio del comune di Milano e in alcuni comuni limitrofi;
- Eni: nel 2021, Eni e A2A hanno siglato un accordo della durata di vent’anni per la fornitura di calore proveniente dall’impianto di Bolgiano, gestito da Enipower (società interamente controllata da Eni), utilizzato per alimentare la rete di teleriscaldamento di Milano.
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Fonti
https://www.infobuildenergia.it/approfondimenti/il-teleriscaldamento-diventa-smart/
Teleriscaldamento: Come funziona e quando conviene | Lumi4Innovation
https://www.lumi4innovation.it/teleriscaldamento-cos-e-come-funziona-esempi-italia/
Teleriscaldamento: cos’è e come funziona | Biblus
https://biblus.acca.it/teleriscaldamento-cos-e-come-funziona/