Serbatoi di gas pieni in media al 90% in Europa e ben al 92% in Italia: le prospettive per il prossimo inverno sono favorevoli, complici i nuovi rigassificatori ma anche il calo della domanda. Facciamo il punto della situazione.
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Indice
- Le scorte di gas in Europa per il prossimo inverno
- E in Italia? Serbatoi al 92% e rigassificatori pronti all’uso
- Intanto, la domanda di gas cala progressivamente
- La crisi energetica e un cambio di prospettiva
Le scorte di gas in Europa per il prossimo inverno
Con la stagione termica alle porte, i fatti geopolitici degli ultimi due anni portano molti a chiedersi se quest’inverno possano presentarsi dei problemi con il gas. Lo scenario, per fortuna, si prospetta molto più roseo rispetto a quello del 2022-2023, anni durante i quali il gas scarseggiava (con conseguente picco al rialzo dei prezzi).
La Commissione europea, infatti, ha annunciato che gli impianti di stoccaggio UE sono già pieni in media al 90,29%, per un totale di quasi 92 miliardi di metri cubi di gas.
Una quantità sufficiente per far fronte a un terzo della domanda dei mesi invernali di gas, tra esigenze di riscaldamento e supporto alle attività industriali.
💡 E per coprire il resto della domanda, l’Europa si affiderà all’importazione di Gas Naturale Liquefatto (GNL) e ai rigassificatori. Una soluzione, questa, che permette di svincolarsi dalla Russia – considerando anche che a fine 2024 scadrà l’accordo per il transito del gas russo attraverso l’Ucraina, contratto che le parti in causa non intendono rinnovare.
Kadri Simson, Commissario europeo dell’Energia, ha commentato il risultato ottenuto: “È il secondo anno consecutivo in cui siamo riusciti a raggiungere il 90% di riempimento ben prima del 1° novembre. Ciò evidenzia la preparazione dell’UE per il prossimo inverno, sulla base del nostro intenso lavoro negli ultimi due anni e mezzo”.
E in Italia? Serbatoi pieni e rigassificatori pronti all’uso
L’Italia risulta essere uno tra i Paesi più previdenti dell’Unione: con i serbatoi di gas pieni al 92%, si colloca sopra la media europea.
Risultati simili anche per Belgio, Austria, Repubblica Ceca, Germania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Svezia e Spagna, tutti oltre il 90% di scorte. Discorso differente per la Lituania, che attualmente si trova ancora al 70% circa.
La situazione italiana è stata commentata da Gaetano Mazzitelli, chief commercial & regulatory officer di Snam: “Puntiamo a raggiungere fino a ottobre una giacenza nel sistema di stoccaggio italiano prossima ai 14 miliardi di metri cubi. Livello nuovamente superiore rispetto al record di riempimento dello scorso anno. Questo ci consente di affrontare il prossimo anno con fiducia”.
Buone notizie anche sullo sfruttamento del GNL. Venute meno le forniture di gas da parte della Russia, in questi anni l’Italia ha investito sugli impianti di rigassificazione: quello di Piombino è già operativo, mentre entro fine anno entrerà in funzione una seconda unità galleggiante nel sito offshore di Ravenna.
➡️ Grazie a questi interventi, a partire dal prossimo anno la capacità di rigassificazione italiana sarà quasi doppia, raggiungendo i 28 miliardi di metri cubi, pari a circa il 45% dei consumi italiani.
Intanto, la domanda di gas cala progressivamente
Contestualmente all’attività di scorta da parte dei Paesi UE, va sottolineato che negli ultimi anni abbiamo assistito anche a un calo della domanda di gas: la somma di questi fattori ha permesso di affrontare l’ultimo inverno con relativa tranquillità (e lo stesso accadrà con la prossima stagione fredda).
Le cause sono diverse:
- Le temperature più miti in autunno e inverno hanno permesso ai cittadini di accendere per periodi più ridotti gli impianti di riscaldamento;
- L’aumento generale dei prezzi ha posto un freno all’industria, che ha quindi ridotto le sue esigenze di combustibile;
- La ricerca di fonti alternative ha comportato un salto di qualità nella generazione di energia rinnovabile;
- Famiglie e imprese si sono fatte più consapevoli e hanno ridotto gli sprechi di gas.
La crisi energetica e un cambio di prospettiva
Il cambiamento di prospettiva in tema di gas è avvenuto a partire dal 2022, con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina. In quel frangente l’Europa ha scelto di tagliare progressivamente le importazioni di gas dalla Russia per svincolarsi politicamente ed economicamente da questo Paese: tale scelta ha comportato un calo nella disponibilità di gas, e un conseguente aumento dei prezzi.
Lo si nota guardando questo grafico, che mostra il picco di prezzo raggiunto dal gas durante l’estate del 2022 👇
Col tempo la situazione è andata stabilizzandosi, ma l’Europa è rimasta “scottata”. Da quel momento, infatti, è cambiato l’approccio al mondo dell’energia: da una parte, cittadini e imprese sono più consapevoli sull’uso delle risorse; dall’altra i governi hanno lavorato per differenziare le fonti di energia (migliorando il cosiddetto “mix energetico”).
🌱 Da qui il boom del GNL e delle fonti rinnovabili – ad esempio, è notizia recente che il solare abbia superato il carbone in Europa.
Su questo cambio di prospettiva si è espresso Gaetano Mazzitelli: “Con la crisi è nato un nuovo assetto per la gestione degli stoccaggi, con l’obiettivo di massimizzare le iniezioni nel periodo estivo e limitare le erogazioni in inverno”.
“Questo assetto sempre meno stagionale e sempre più assimilabile a funzioni di riserva strategica si è rivelato essenziale per la sicurezza, in termini di maggiore disponibilità di scorte, ma anche per la stabilizzazione dei prezzi“.
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Fonti
https://energy.ec.europa.eu/news/eu-reaches-90-gas-storage-target-10-weeks-ahead-deadline-2024-08-21_en
Gas, Snam: “Scorte dell’Italia al 92%. Sopra la media europea” – la Repubblica
https://www.repubblica.it/economia/2024/08/22/news/gas_snam_scorte_dellitalia_al_92_sopra_la_media_europea-423457642/