Anche dopo due anni e mezzo di guerra e forti sanzioni contro la Russia, Gazprom – il colosso russo dell’esportazione di gas naturale – ha visto un incremento nelle esportazioni di gas in Europa. Cosa sapere, in breve:
- I flussi di gas attraverso i gasdotti dalla Russia verso l’Europa sono saliti in estate ai livelli più alti dell’anno. A luglio sono stati esportati 2,52 miliardi di metri cubi di gas, un aumento dell’11% rispetto a luglio 2023;
- Una ripresa, quella delle esportazioni di gas russo, che deriverebbe da alcune strategie come l’offerta di sconti del 10%;
- Essenziale si dimostra anche la collaborazione con altri Paesi (alcuni dei quali appartenenti all’Ue), segno che la dipendenza dal gas russo è ancora forte e che le condizioni vantaggiose proposte da Gazprom centrano l’obiettivo.
Indice
- La ripresa delle esportazioni di gas russo in Europa
- Come Gazprom riconquista quote di mercato in Europa
- Collaborazioni strategiche con altri Paesi
La ripresa delle esportazioni di gas russo in Europa
La guerra in Ucraina e le sanzioni internazionali imposte alla Russia non hanno decretato la fine degli affari di Gazprom con il Vecchio Continente. Sebbene le forniture siano ancora lontane dai livelli pre-conflitto, l’azienda statale russa continua a essere un attore importante nel mercato energetico europeo, trovando modi per mantenere attivo il commercio nonostante il contesto politico avverso.
I dati più recenti evidenziano un aumento significativo delle esportazioni di gas russo verso l’Europa. Parliamo di 2,52 miliardi di metri cubi di gas tramite pipeline, con un incremento dell’11% rispetto a luglio 2023.
In sostanza, anche se le esportazioni complessive sono diminuite di circa due terzi rispetto ai livelli pre-bellici, è innegabile che Gazprom stia mantenendo una presenza importante sul mercato europeo.
Come Gazprom riconquista quote di mercato in Europa
Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, l’Unione Europea ha cominciato a fare i conti con la sua dipendenza dal gas russo. I Paesi Membri hanno dovuto trovare strade alternative – per esempio, l’Italia ha dovuto diversificare le sue fonti, aumentando le importazioni da altri fornitori come l’Azerbaigian e il Qatar e, nel 2022, firmando nuovi accordi con l’Algeria, oggi diventata uno dei principali fornitori di gas per il Paese.
Nonostante ciò, le offerte di Gazprom si rivelano convenienti per molti paesi, anche facenti parte dell’UE, con sconti del 10% sui contratti di fornitura.
Non solo, perché l’azienda russa sta lavorando per creare alternative al passaggio attraverso l’Ucraina per il prossimo anno, in vista della scadenza del contratto di transito. È per questo motivo che alcuni Paesi hanno assunto un ruolo essenziale in questo senso.
La perdita di controllo di alcune infrastrutture in Ucraina, come la stazione di misurazione di Sudzha, infatti, ha spinto Gazprom a cercare soluzioni diverse, come l’intensificazione dell’utilizzo del TurkStream e la collaborazione con Paesi terzi.
Collaborazioni strategiche con altri Paesi
Ne è un esempio la Turchia, che sta assumendo un ruolo chiave come crocevia per il gas russo, grazie alla presenza del TurkStream, che ha registrato un aumento del 54% delle forniture nella prima metà del 2023, e del TANAP, un altro gasdotto che trasporta gas azero verso l’Europa, collegandosi al TAP (che arriva fino in Italia).
Anche l’Ungheria e la Bulgaria, entrambi membri dell’Unione Europea, hanno mantenuto stretti legami con Gazprom. La prima ha firmato un nuovo contratto nel 2022, assicurandosi condizioni favorevoli e volumi maggiori di gas, mentre la seconda ha siglato un accordo con la Turchia per importare gas a prezzi competitivi, nonostante la mancanza di trasparenza nei contratti (cosa che ha attirato l’attenzione dell’Antitrust UE).
Anche l’Azerbaigian, pur non potendo aumentare significativamente le proprie esportazioni, sta facilitando la distribuzione del gas russo verso l’Europa, rispondendo a richieste provenienti sia dalla Russia che dall’UE.
➡️ Una situazione, questa, che non lascia molti dubbi: la ripresa del flusso di gas russo in Europa dimostra che, nonostante gli sforzi europei di diversificazione energetica, la Russia rimane un attore chiave nel mercato energetico continentale.
Fonti
https://www.linkiesta.it/2024/09/export-gas-russia-europa/