A fine 2024 scadrà l’accordo di transito del gas tra la Russia e l’Ucraina che permette al gas di arrivare agli Stati Membri dell’Unione Europea, Italia compresa. Il punto:
- Il 31 dicembre 2024 scadrà l’accordo di transito del gas stipulato nel 2019 tra Kiev e Mosca;
- L’Unione Europea non ha interesse a promuovere il rinnovo dell’accordo, ma chiede ai Paesi membri di portare avanti l’impegno di diversificare le forniture;
- L’Italia, in questi ultimi anni, ha messo in atto diverse strategie per rendersi sempre più indipendente dalla Russia.
Se questo inverno possiamo dire di essere ormai salvi da eventuali aumenti dei prezzi e scarsità delle forniture, nulla è ancora detto per il prossimo anno. Se vuoi risparmiare sul gas, ti aiutiamo noi di Switcho: tramite il nostro servizio 100% digitale e gratuito puoi trovare l’offerta migliore e lasciare a noi la burocrazia del cambio fornitore.
Indice
- Fine accordo Russia e Ucraina per transito gas in UE: quali sono le conseguenze
- Stop gas russo in UE: il punto sulla situazione
- Fine accordo Russia e Ucraina per il gas: la situazione in Italia
Fine accordo Russia e Ucraina per transito gas in UE: quali sono le conseguenze
Nel 2019 Russia e Ucraina avevano firmato l’accordo sul transito di gas verso i Paesi dell’Unione Europea, Italia compresa.
L’accordo scadrà a fine 2024 e l’Unione Europea non sembra avere alcuna intenzione di promuoverne il rinnovo.
Come affermato a marzo 2024 dalla commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, l’UE “non ha alcun interesse nel prolungare l’accordo”. Ciò significa che, dopo dicembre 2024, il transito di gas naturale negli Stati membri e, dunque, in Italia, verrebbe interrotto.
E se questo non sembra preoccupare oggi, considerando anche che le scorte di gas, per il momento, non mancano, alcune preoccupazioni possono sorgere per l’inverno 2024-2025.
➡️ Proprio per questo verrà istituito un gruppo politico di alto livello promosso da Germania e Repubblica Ceca volto a capire come portare a zero i circa 14 miliardi di metri cubi di gas russo che l’UE ancora riceve attraverso la rotta ucraina (che, secondo il ministro ceco dell’industria e del commercio, Jozef Síkela, corrispondono a 37 miliardi di euro consegnati dall’UE alla Russia). Il tema è stato oggetto di discussione durante il Consiglio Energia tenutosi il 30 maggio 2024, raccogliendo ampio consenso tra i Paesi membri.
Stop gas russo in UE: il punto sulla situazione
In questi cinque anni, comunque, l’Unione Europea ha portato avanti diverse strategie per diminuire la dipendenza dal gas russo. La Commissione europea ha, infatti, chiesto di azzerare del tutto le importazioni dalla Russia entro il 2027.
💡 E i primi risultati si sono già visti. Basti pensare che le importazioni UE dalla Russia si sono ridotte del 71% dal 2021, e hanno rappresentato solo il 15% del totale delle importazioni nel 2023.
I diversi Stati, infatti, hanno sostituito la Russia con nuovi fornitori tra cui Norvegia, Stati Uniti e Qatar.
Al momento, a essere maggiormente esposti al mancato rinnovo dell’accordo Kiev-Mosca sono l’Austria, l’Ungheria e la Slovenia. Paesi che potrebbero cercare di sostituire queste forniture di gas con flussi provenienti da altri paesi, come l’Italia, la Germania o la Turchia.
Fine accordo Russia e Ucraina per il gas: la situazione in Italia
L’approvvigionamento del gas naturale e la fine dell’accordo tra Russia e Ucraina non sembrano spaventare particolarmente l’Italia.
A rassicurare sul tema è stato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il quale, nel corso di un’audizione al Parlamento, ha parlato di una quasi totale emancipazione del nostro Paese dal gas russo raggiunta nel giro di due anni “passando dal 38% del 2021 al 18% del 2022 fino al 4% del totale importato del 2023”.
Oltre a diminuire la nostra dipendenza dal gas russo, abbiamo anche diversificato le forniture. L’importazione del gas dall’Algeria, per esempio, è cresciuta dal 28% al 36%, mentre quella di GNL (gas naturale liquefatto) è cresciuta dal 13% al 26% rispetto al totale del gas importato.
Anche un altro fattore contribuisce a rasserenare: la percentuale di capacità degli stoccaggi di gas naturale che è stata utilizzata o riempita fino a questo momento che, secondo gli ultimi dati, è pari al 54% in Italia, il che dovrebbe indicare una buona preparazione per affrontare periodi di alta domanda o emergenze nel sistema energetico.
Nonostante ciò, va detto che a destare preoccupazione per l’inverno 2024-2025 potrebbero essere proprio le condizioni climatiche: quest’anno, l’inverno mite ha aiutato a diminuire la domanda di gas per il riscaldamento, ma non sappiamo cosa accadrà il prossimo anno.
Non solo, perché esiste il rischio di un aumento delle tensioni sui prezzi del gas naturale, dovuto proprio alla domanda proveniente da quei paesi che non hanno accesso a un numero sufficiente di rotte di approvvigionamento o a fonti di gas naturale liquefatto in quantità adeguata.
Fonti
https://www.ilsole24ore.com/art/sicurezza-energetica-pressing-ue-lo-stop-gas-russo-ecco-perche-l-italia-e-pronta-AF61QKzC