Approvata il 12 marzo la Direttiva Case Green con cui l’Europa chiede agli Stati membri, Italia compresa, di riqualificare il patrimonio edilizio. In breve:
- La Direttiva Europea Case Green è stata approvata, con alcune modifiche rispetto alla versione iniziale, ed entrerà in vigore una volta pubblicata in Gazzetta Ufficiale;
- L’obiettivo è raggiungere le emissioni zero entro il 2050, ma in modo graduale con obiettivi intermedi;
- Le modifiche apportate alla prima versione rendono la Direttiva meno stringente anche per il nostro Paese.
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Indice
- Cos’è la Direttiva Case Green
- Direttiva europea Case Green approvata il 12 marzo
- Case green, cosa prevede la direttiva UE
- Direttiva UE Case Green: a che punto è l’Italia
- Cosa cambierà in Italia nei prossimi anni dopo l’approvazione della direttiva UE casa
Cos’è la Direttiva Case Green
È stata approvata il 12 marzo l’Energy performance of building directive (Epbd), conosciuta ai più come Direttiva Case Green.
Parliamo del testo con cui l’Unione Europea chiede a tutti gli Stati membri, Italia compresa, di riqualificare e migliorare l’efficienza energetica dei propri edifici.
L’obiettivo della Direttiva Case Green è, infatti, raggiungere le zero emissioni entro il 2050 attraverso la riqualificazione e il miglioramento energetico degli edifici di tutti gli Stati membri.
Un obiettivo impegnativo e che, proprio per questo, richiede diversi traguardi intermedi, partendo con la riqualificazione degli edifici con prestazioni inferiori. Diverse sono le regole tra gli edifici residenziali e quelli non residenziali.
Direttiva europea Case Green approvata il 12 marzo
La direttiva UE è stata approvata durante la Plenaria al Parlamento europeo il 12 marzo, con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 56 astenuti. Per arrivare a questo risultato, però, è stato necessario un anno di trattative.
Inizialmente, infatti, la direttiva UE imponeva limiti e termini molto stringenti. Proprio per questo motivo, aveva destabilizzato il nostro Paese, soprattutto se si tiene in considerazione lo stato del patrimonio edilizio italiano.
I Paesi membri dell’Unione Europea hanno la possibilità di chiedere eccezioni o deroghe rispetto ai target di efficienza energetica stabiliti nella direttiva EPBD, previa autorizzazione dalla Commissione europea.
⚠️ Attenzione, perché cambia anche il criterio di selezione degli edifici che necessitano interventi che, in precedenza, era legato alla certificazione energetica degli edifici.
Piuttosto che focalizzarsi esclusivamente sulle classi energetiche delle case, saranno stabiliti obiettivi medi che varieranno da Paese a Paese, tenendo conto proprio del patrimonio edilizio esistente, del sistema nazionale di classificazione energetica degli edifici e delle strategie di ristrutturazione adottate.
Case green, cosa prevede la direttiva UE
La direttiva UE, pur con regole meno stringenti, chiede agli Stati membri di raggiungere alcuni obiettivi:
- Assicurare che la ristrutturazione degli edifici meno efficienti (a elevato consumo energetico) contribuisca almeno al 55% della riduzione complessiva del consumo medio di energia primaria;
- Prevedere, da parte di ciascuno degli Stati membri, un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici che diminuisca il consumo energetico degli edifici residenziali del 16% rispetto al 2020 nel 2030 e del 20% nel 2035, con un calo delle emissioni graduale fino a raggiungere le emissioni zero entro il 2050;
- Dal 2028 tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero (la scadenza è fissata al 2030 per gli edifici residenziali privati nuovi);
- I nuovi edifici dovranno essere idonei a ospitare impianti fotovoltaici e solari termici;
- Caldaie a combustibili fossili dovranno essere abbandonate entro il 2040, mentre già a partire dal 2025 non potranno più essere messi a disposizione incentivi e sussidi per le caldaie a gas;
- Gli Stati membri non avranno a disposizione finanziamenti specifici per la trasformazione del parco immobiliare, ma potranno utilizzare i fondi dell’Unione Europea per sostenere questo cambiamento, tra cui il Fondo Sociale per il Clima, il Recovery Fund e i Fondi di Sviluppo Regionale.
Direttiva UE Case Green: a che punto è l’Italia
Le richieste da parte dell’Europa hanno inizialmente suscitato preoccupazioni in Italia, così come in altri paesi dell’UE.
Il motivo è molto semplice: in Italia circa 1,8 milioni di edifici residenziali sono collocati nella classe energetica più bassa, rappresentando di fatto gli edifici più energivori del Paese.
Questo significa che le richieste dell’UE avrebbero un fortissimo impatto sui cittadini italiani per diverse ragioni:
- I proprietari di immobili potrebbero trovarsi di fronte a investimenti significativi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici esistenti (tra gli interventi richiesti, per esempio, installazione del cappotto termico, di infissi nuovi o di impianti fotovoltaici);
- Le nuove regole potrebbero avere un forte impatto sul mercato immobiliare, influenzando la domanda e l’offerta;
- L’attuazione pratica delle misure potrebbe incontrare ostacoli burocratici o tecnici.
💡 Nei mesi scorsi sono state effettuate tante stime sui costi che si dovranno sostenere per tali interventi. Non si tratta, tuttavia, di dati certi, perché calcolare con precisione il numero di immobili coinvolti non è semplice.
Inoltre, è bene ricordare che la Direttiva Case Green lascia la libertà ai singoli Stati di prevedere piani per il raggiungimento degli obiettivi e, di conseguenza, quali interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico finanziare per raggiungere i risultati sperati.
Cosa cambierà in Italia nei prossimi anni dopo l’approvazione della direttiva UE casa
Prima di essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la Direttiva Case Green dovrà ricevere l’approvazione formale del Consiglio.
Dobbiamo, però, già prepararci alle novità in arrivo. Questo perché ci sono alcuni obiettivi, definiti dalla direttiva UE, che avranno un impatto immediato. Ci riferiamo in particolare a:
- Stop alle caldaie a gas;
- Rivoluzione dei bonus edilizi.
Sul primo punto, va detto che le caldaie a gas non potranno più essere prodotte e vendute dal 2040 e che, già dal 2025, il governo non potrà più mettere a disposizione incentivi per le caldaie alimentate a combustibili fossili. Anche il bonus caldaia come lo conosciamo oggi non sarà più disponibile.
In linea generale, poi, cambieranno completamente i bonus edilizi. Quelli attivi ancora per quest’anno, per esempio Ecobonus o bonus ristrutturazioni, nel 2025 non verranno rinnovati.
Non si esclude, però, che il governo metta a punto dei nuovi bonus edilizi proprio per consentire ai cittadini di risparmiare sugli interventi necessari per adeguare gli edifici alla direttiva europea.
Fonti
https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20230310IPR77228/case-green-approvata-la-posizione-del-parlamento-europeo