Un’analisi dell’Osservatorio di Switcho rivela che 9 italiani su 10 non hanno la migliore offerta di luce e gas, con differenze tra “cittadini” e “provinciali”, soprattutto al Centro e al Nord.
Le montagne russe dei prezzi dell’energia sembrano, finalmente, terminate. Sono ormai diversi mesi, infatti, che i prezzi all’ingrosso di luce e gas non subiscono aumenti significativi, ma sono segnati solo da normali – e contenuti – aggiustamenti stagionali (come indicato in questo grafico 👇)
Il 2024 sembra, quindi, aver chiuso la crisi energetica ma gli italiani devono confrontarsi con altri scossoni: quest’anno è segnato dalla chiusura definitiva del Servizio di Maggior Tutela. La fornitura del gas sotto le condizioni dell’ARERA si è, infatti, già conclusa a gennaio e tra pochi giorni assisteremo anche alla fine del mercato tutelato della luce.
Con la scadenza sempre più prossima, da un’analisi di Switcho emergono preoccupanti evidenze che invitano a riflettere su quanto gli italiani conoscano effettivamente il mercato dell’energia elettrica e del gas naturale.
⚠️ Il nostro Osservatorio, dopo aver analizzato oltre mezzo milione di bollette nel corso degli ultimi 12 mesi, rivela che circa il 90% degli italiani non beneficia delle migliori offerte per l’energia elettrica e il gas disponibili sul mercato, con differenze tra “cittadini” e “provinciali”.
Vivere in città o in provincia influenza il rapporto con le bollette?
“Secondo la nostra analisi sul risparmio medio annuale ottenuto cambiando fornitore”, spiega Redi Vyshka, COO e co-founder di Switcho, “chi vive in città ha risparmiato in media €290, mentre chi vive in provincia €343. Questa differenza di poco più di €50 è riscontrabile sia nel Nord che nel Centro Italia. Fanno eccezione il Sud e le Isole, dove non si evidenziano differenze significative nel risparmio ottenuto nell’ultimo anno tra le due categorie”.
Un risparmio maggiore al cambio fornitore è indice di una tariffa di partenza peggiore, quindi gli italiani residenti in provincia sembrano avere mediamente delle bollette più salate rispetto a chi vive nelle grandi città (e un maggior beneficio nel cambiare offerta).
Come mai questa disparità?
Rispondere a questa domanda è complesso, vi sono infatti innumerevoli fattori che incidono sullo stato delle forniture:
- Le dimensioni delle abitazioni, che fuori dalle città sono tendenzialmente più grandi e quindi comportano in media consumi di energia maggiori (e costi in bolletta mediamente più alti);
- La poca propensione a cambiare fornitore luce o gas;
- La scarsa fiducia verso società meno conosciute ma con offerte molto competitive;
- La poca conoscenza del mercato e degli strumenti digitali a disposizione per il confronto delle offerte.
Differenze, sì, ma quasi tutti potrebbero risparmiare
“Dalla nostra analisi”, prosegue Redi Vyshka, “emerge un altro dato interessante: la stragrande maggioranza degli italiani ha tariffe non convenienti”.
“9 italiani su 10 potrebbero infatti spendere meno per l’energia e risparmiare anche diverse centinaia di euro l’anno, sintomo che ci sono gravi lacune nella comprensione del mercato e attenzione verso la scelta delle migliori offerte rispetto al proprio profilo di consumi”.
“È inoltre interessante evidenziare che non ci sono categorie di consumatori “migliori”: la percentuale di non ottimizzazione viene riscontrata in modo trasversale, da Nord a Sud, sia in città che in provincia”.
Attenzione però: se da un lato è vero che chi vive in città è mediamente più attento alle forniture rispetto a chi risiede in provincia, questo non significa che abbiano già la migliore offerta disponibile sul mercato.
Infatti, come evidenziato dall’analisi dell’Osservatorio, tutto lo stivale potrebbe – e dovrebbe – fare un’attenta analisi periodica delle proprie tariffe, utilizzando il web dove sono presenti varie risorse per confrontare le offerte (primo fra tutti il servizio di Switcho, che offre un’analisi personalizzata delle bollette e avvisa anche, e soprattutto, quando non conviene cambiare fornitore).