L’Osservatorio Switcho offre una panoramica sulle tariffe scelte dagli italiani. Durante la crisi 9 italiani su 10 hanno scelto offerte con prezzo variabile. Oggi il prezzo fisso sta tornando competitivo ma, per ora, è scelto solo dal 25% delle persone che cambiano il proprio fornitore.
Il mercato energetico sembra, finalmente, aver raggiunto una sorta di stabilità, come confermato anche dall’ultimo aggiornamento trimestrale dell’ARERA (l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) per l’energia elettrica. Tanto la luce quanto il gas, infatti, sembrano aver superato il picco dei prezzi che ha caratterizzato l’ultimo anno.
Questo fenomeno è riscontrabile anche guardando al PUN e al PSV, gli indici che rappresentano il prezzo della materia prima all’ingrosso rispettivamente per energia elettrica e gas: durante la crisi, l’energia elettrica (PUN) è arrivata a costare quasi 8 volte tanto i valori pre-crisi, il gas naturale (PSV), oltre 9.
Ciononostante, l’attenzione dei fornitori e dell’Autorità rimane alta: è sufficiente un aumento della domanda di energia nazionale o internazionale, o un malfunzionamento di un impianto di produzione, per far rialzare drasticamente il prezzo del gas e, di conseguenza, quello dell’energia elettrica. E non solo: il mercato energetico non è più quello pre-crisi. Quello che troviamo oggi è un mercato profondamente shockato dagli eventi degli ultimi mesi.
Dal fisso al variabile: cosa è successo in questi anni?
“Fino ai primi mesi del 2022 – spiega Redi Vyshka, co-founder e COO di Switcho – il mercato energetico è vissuto in una sorta di status quo, con le offerte a prezzo fisso (per 12 o 24 mesi) che facevano da padrone indiscusso. L’instabilità dei prezzi, già iniziata nel periodo post-pandemico, ed aggravata oltre ogni previsione dal conflitto in Ucraina e dalle tensioni tra Europa e Russia – quello che era il nostro principale fornitore di gas – ha rivoluzionato e ha ridefinito le logiche di mercato nate con la liberalizzazione del mercato dell’energia”.
I fornitori, che fino a quel momento erano in grado di acquistare all’ingrosso e rivendere ai consumatori finali luce e gas a prezzi relativamente stabili, si sono trovati faccia a faccia con prezzi schizofrenici, che potevano raddoppiare, triplicare o quadruplicare nell’arco di pochi giorni.
Questo fenomeno ha obbligato i fornitori ad accantonare le offerte a prezzo fisso (almeno per il periodo di crisi), proponendo quasi esclusivamente offerte a prezzo variabile. Gli italiani, quindi, hanno dovuto familiarizzare con termini fino ad allora ignoti, come spread, costi di commercializzazione annuali, PUN e PSV.
“Le offerte a prezzo variabile – continua Redi Vyshka – sono più complesse, non solo perché i prezzi cambiano mensilmente, ma anche perché la convenienza di una o dell’altra offerta dipende fortemente dal profilo di consumi individuale. Se per le offerte a prezzo fisso, la più conveniente è quasi sempre quella che prevede il costo della materia prima più basso, con le offerte variabili bisogna analizzare attentamente la situazione iniziale”.
💡Per un cliente con consumi molto alti, le offerte più convenienti potrebbero essere quelle che prevedono solo il prezzo all’ingrosso senza costi aggiuntivi (il cosiddetto spread). Viceversa, per i clienti con consumi limitati, le offerte più convenienti potrebbero essere quelle con sconti sui costi di commercializzazione annuali.
Lo stato attuale: quali offerte scelgono gli italiani?
E adesso che il mercato sembra “essersi calmato”, quali sono le offerte luce e gas disponibili? E, soprattutto, cosa scelgono i consumatori tra prezzo fisso e indicizzato?
Come riscontrabile dai cambi fornitore processati da Switcho – che nel solo 2023 ha analizzato oltre 150 mila bollette e inviato ai propri utenti proposte di risparmio per oltre €40 milioni – se fino a marzo 2022 la quasi totalità delle offerte scelte era a prezzo fisso, a partire da aprile 2022, le offerte a prezzo variabile hanno iniziato a farsi spazio e hanno rappresentato la maggior parte dei cambi fornitore, in particolare nel periodo autunno-invernale 2022/23.
Solo a partire da febbraio 2023 il prezzo fisso è tornato sul mercato, ma oltre il 75% degli italiani continua a scegliere il prezzo variabile, complice il fatto che il prezzo fisso rappresenta ancora meno del 30% delle offerte disponibili, e che attualmente seguire l’andamento del mercato permette risparmi maggiori.
Allo stato attuale del mercato, le offerte fisse, infatti, non sono ancora abbastanza competitive e rimangono più costose delle offerte indicizzate.
Infatti, la famiglia tipo di 4 persone (con consumo di 2020 kWh e 940 Smc annuali) risparmia “solo” €57 passando alla migliore offerta a prezzo fisso disponibile oggi, ma oltre €400 se opta per la migliore offerta luce e gas a prezzo variabile. Importante però tenere bene a mente che le offerte a prezzo fisso disponibili oggi permettono di bloccare il costo della materia prima, mettendosi al riparo da possibili scosse nel mercato previste per il prossimo trimestre 2023.
Cosa aspettarsi, dunque per i prossimi mesi? Considerate le previsioni di Stefano Besseghini, Presidente dell’ARERA, in merito ad un possibile rialzo dei prezzi in inverno, e visto il probabile aumento di consumi legati al periodo, potremmo assistere a un ritorno importante al prezzo fisso, nonostante il minor risparmio nel breve periodo. Infatti, gli italiani potrebbero voler bloccare le tariffe di luce e gas in vista dei rincari dei prossimi mesi. Rimane comunque fondamentale analizzare la propria situazione iniziale per capire quale sia la soluzione più conveniente: a tal fine è possibile affidarsi al servizio gratuito di Switcho.