La dichiarazione di successione è un atto obbligatorio con cui gli eredi, i legatari o i chiamati all’eredità comunicano all’Agenzia delle Entrate il trasferimento del patrimonio del defunto. Cosa sapere, in pillole:
- La dichiarazione di successione serve a calcolare e versare le eventuali imposte di successione e a registrare il trasferimento ufficiale dei beni agli eredi, aggiornando anche i dati catastali per gli immobili, se necessario;
- La successione non è sempre obbligatoria: ci sono casi in cui gli eredi non devono presentarla;
- La dichiarazione può essere presentata anche da un solo erede.
Indice
- Cos’è la dichiarazione di successione e chi la deve presentare
- Quando la dichiarazione di successione è obbligatoria
- Quando presentare la dichiarazione di successione
- Come presentare la denuncia di successione
- Quali documenti servono per fare la dichiarazione di successione
- Dichiarazione e imposte di successione
- Si può modificare la dichiarazione di successione?
- Utenze di un immobile ereditato: come gestirle
Cos’è la dichiarazione di successione e chi la deve presentare
Quando un parente muore, oltre al peso della perdita è necessario occuparsi anche di diversi aspetti burocratici e, in particolare, delle pratiche di successione.
Gli eredi sono, infatti, tenuti a presentare la dichiarazione di successione, un documento indispensabile per consentir loro di disporre legalmente dei beni ereditati.
Tale dichiarazione serve a formalizzare il passaggio del patrimonio di una persona deceduta agli eredi o legatari, comunicandolo all’Agenzia delle Entrate.
Lo scopo di questo documento è determinare la tassa di successione (incluse quelle ipotecarie e catastali in caso di immobili) e di regolarizzare la proprietà dei beni immobili trasferiti, aggiornando i registri catastali.
Quando la dichiarazione di successione è obbligatoria
Contrariamente a quanto si possa pensare, la dichiarazione di successione non è sempre obbligatoria.
Partiamo dai soggetti che sono tenuti a presentare la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate. Questi includono:
- Gli eredi e i legatari;
- Coloro che hanno preso possesso dei beni ereditari;
- Gli amministratori dell’eredità;
- I curatori delle eredità in giacenza;
- Gli esecutori testamentari;
- I trustee.
Come dicevamo, non tutti gli eredi sono obbligati a presentare la dichiarazione. L’esenzione riguarda i parenti in linea retta (genitori, figli) o il coniuge se l’asse ereditario non comprende immobili o diritti reali immobiliari e se il patrimonio del de cuius non supera i 100.000 euro.
Non solo, perché a non dover presentare la dichiarazione sono anche coloro che hanno rinunciato all’eredità o coloro che hanno chiesto che venga nominato un “curatore”, cioè una persona che gestisca l’eredità, perché non sono riusciti a entrare in possesso dei beni.
⚠️ In questi due casi, queste persone devono inviare una lettera raccomandata all’Agenzia delle Entrate per informarla della loro rinuncia o della richiesta di nomina del curatore, prima che scada il termine per fare la dichiarazione.
Quando presentare la dichiarazione di successione
Se rientri tra i soggetti che hanno l’obbligo di presentazione della dichiarazione di successione, sappi che hai tempo 12 mesi dalla data di apertura della successione – che di solito corrisponde al giorno del decesso del defunto – per farlo.
Se la invii dopo questo termine, rischi sanzioni amministrative che aumentano con il passare dei giorni.
Se hai già superato il termine, puoi comunque rimediare con il ravvedimento operoso, pagando una somma extra per gli interessi di mora, in modo da ridurre l’importo delle sanzioni.
Come presentare la denuncia di successione
Ci sono diversi modi per presentare la dichiarazione di successione. L’Agenzia delle Entrate permette di presentare il documento:
- Online, tramite l’apposito applicativo Successioni web dell’Agenzia delle Entrate – in questo caso, è necessario essere in possesso di SPID, CIE o CNS per effettuare l’accesso al servizio;
- Tramite il software Dichiarazione di successione e domanda di volture catastali;
- Tramite un intermediario abilitato – per esempio, il commercialista o il CAF;
- Direttamente dal contribuente presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate.
❗ Utilizzare il servizio online dell’Agenzia delle Entrate può permetterti di risparmiare sui costi della dichiarazione di successione legati ai professionisti, ma considerando la complessità della pratica, potrebbe essere comunque più vantaggioso rivolgerti a un esperto per assicurarti che tutto venga fatto correttamente.
Tieni presente che i residenti all’estero che non siano riusciti a trasmettere il modello telematicamente, possono presentare il modello cartaceo. Questo va inviato all’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate tramite raccomandata o altro mezzo che consenta di conoscere con certezza la data di spedizione.
💡 Quando presenti la dichiarazione di successione online, puoi richiedere anche la voltura catastale. In questo modo, le imposte per la voltura catastale vengono sommate automaticamente a quelle per la successione e pagate insieme.
Se però non richiedi la voltura contestualmente alla dichiarazione di successione, dovrai comunque fare una domanda separata all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla registrazione della successione e pagare le imposte usando il modello F24.
Quali documenti servono per fare la dichiarazione di successione
Diversi sono i documenti da allegare alla dichiarazione di successione. I principali includono:
- Certificato di morte a uso dichiarazione di successione;
- Autocertificazione di ultima residenza;
- Fotocopia del documento di identità e del tesserino del codice fiscale in corso di validità del de cuius e di tutti gli eredi;
- Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà rilasciata dall’erede che presenta la dichiarazione;
- Atti di provenienza delle proprietà immobiliari intestate al deceduto e/o cointestate con altri soggetti;
- Atti di donazione che il defunto ha stipulato in vita in favore di uno o più eredi;
- Documenti tecnici sugli immobili intestati al de cuius;
- Copia del verbale di eventuale rinuncia all’eredità;
- Fattura dell’avvenuto pagamento delle spese funebri e delle spese mediche;
- Dichiarazione bancaria/postale di sussistenza e consistenza di mutui ipotecari, conti correnti, libretti, investimenti finanziari, gestioni patrimoniali, fondi comuni di investimento, azioni, obbligazioni, certificati di deposito bancari, pronti contro termine;
- Attestato con eventuali ratei di invalidità civile maturati e non riscossi dal defunto;
- Dichiarazione del datore di lavoro con indicate le indennità maturate dal lavoratore dipendente, come mensilità, TFR, ferie ecc.;
- Verbale di apertura delle cassette di sicurezza, redatto da un funzionario dell’Agenzia delle Entrate competente per territorio oppure da un pubblico ufficiale.
Dichiarazione e imposte di successione
Come già accennato, la dichiarazione di successione è essenziale anche per calcolare la tassa di successione.
La base imponibile, cioè il valore dell’asse ereditario su cui vengono calcolate le imposte – si ottiene sottraendo le passività del patrimonio ereditario dalle attività.
Ma cosa si intende per attività e passività del patrimonio ereditario? Per riassumere, possiamo dire che:
- Le attività includono tutti i beni e i diritti che il defunto possedeva (beni mobili, beni immobili, quote e azioni possedute ecc.);
- Le passività, invece, includono i debiti o obbligazioni lasciati dal defunto.
Si può modificare la dichiarazione di successione?
Capire esattamente quali beni fanno parte dell’eredità non è sempre facile subito dopo la morte del defunto. È per questo motivo che è previsto che la dichiarazione possa essere modificata successivamente, nel caso in cui accadano eventi che cambiano la distribuzione dei beni, come nuove scoperte di beni o modifiche nel testamento.
Se dopo aver presentato la dichiarazione di successione accade qualcosa che cambia la distribuzione dell’eredità (ad esempio, se vengono aggiunti nuovi beni o cambiati i beneficiari) o se l’imposta dovuta aumenta, potrai presentare una dichiarazione sostitutiva o integrativa.
Le regole relative a questo aggiornamento sono simili a quelle delle prime dichiarazioni, come quelle per la presentazione e il pagamento delle imposte.
Utenze di un immobile ereditato: come gestirle
Se hai ereditato un immobile, dopo aver concluso le pratiche di successione, dovrai dedicarti anche alla gestione delle utenze.
Come saprai, infatti, le bollette non possono essere intestate a una persona deceduta, per cui dovrai effettuare alcune operazioni, in particolare:
- La voltura se vuoi mantenerle attive cambiando intestatario;
- La disdetta se vuoi chiudere i contatori;
- Il subentro se vuoi riattivare le utenze in un secondo momento.
Noi di Switcho ti aiutiamo a fare voltura e subentro in pochi clic, per farti risparmiare tempo e soldi. Il nostro servizio è 100% digitale e gratuito.